giovedì, 3 Ottobre 2024
HomeNorme e TributiAnimali di compagnia ai tempi del coronavirus. Quali regole in condominio?

Animali di compagnia ai tempi del coronavirus. Quali regole in condominio?

quattro zampe

Con le nuove restrizioni del Dpcm dell’11 marzo si devono ricordare con attenzione le regole in condominio per la tutela degli amici a 4 zampe

di Maurizio Tarantino


default onloading pic
(ANSA)

3′ di lettura

Chiunque abbia un animale domestico, soprattutto un cane, conosce perfettamente le difficoltà nel gestire la sua presenza in appartamento, specialmente in alcuni contesti condominiali. Premesso, quindi, che non è più consentito vietare la presenza degli animali nel condominio, la coabitazione dev’essere improntata al pieno rispetto di tutti gli altri condomini. Soprattutto in questo periodo di emergenza da Covid-19, il rispetto degli spazi comuni e privati all’interno di un contesto condominiale è alla base del buon senso.

Nessun contagio da animale da compagnia
Da quanto riportato dal ministero della Salute, al momento non c’è alcuna evidenza scientifica che gli animali da compagnia, quali cani e gatti, abbiano contratto l’infezione o possano diffonderla. Comunque, la raccomandazione è sempre quella di lavarsi le mani frequentemente dopo il contatto con gli animali.

Le uscite all’aperto
Il decreto non vieta lo spostamento di uomini e animali all’interno dello stesso Comune di residenza, sempre stando molto attenti alle regole sanitarie minime e considerando che la passeggiata deve avvenire nelle vicinanze della propria abitazione e per il tempo strettamente necessario. Bisogna dunque evitare di lasciarlo correre per ore dove vuole e soprattutto nelle aree verdi dove non sia possibile mantenere la distanza di un metro tra persone, prescritta dalla norma. E’ possibile uscire anche (sempre con l’autocertificazione) per i controlli veterinari. La previsione è contenuta nel punto 11 del vademecum diffuso dal Governo .

I gattari
Secondo il vademecum dell’Ente nazionale protezione animali, i gattari autorizzati devono continuare a occuparsi della propria colonia felina in quanto la circostanza è uno “stato di necessità”. In particolare, secondo l’Enpa, i gatti sono tutelati dalla legge, di conseguenza se non vengono accuditi e alimentati sarebbero esposti a maltrattamento e a abbandono.

Ed ancora, l’impedimento al gattaro di prendersi cura della propria colonia felina potrebbe generare una potenziale dispersione della stessa in quanto, in assenza di cibi, i gatti potrebbero disperdersi e creare un problema di carattere sanitario.

Articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore

Ultimi Articoli