martedì, 6 Giugno 2023
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Airbnb, con più di 3 appartamenti in affitto si diventa un’impresa

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Affitti brevi
Le norme più discusse riguardano la modifica del regolamento relativo agli affitti brevi, anche effettuati online. Il provvedimento, nell’ottima di porre dei paletti alle piattaforme web, sul modello di Airbnb, stabilisce un tetto pari a 3 unità immobiliari, oltre il quale l’attività di locazione sarà considerata imprenditoriale, con gli obblighi che ne conseguono in base al codice civile.

Una disposizione, questa, che si applica «anche ai contratti stipulati tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, oppure soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da condurre in locazione».

Solo in caso di meno di tre immobili destinati alla locazione breve, ci sarebbe la possibilità di applicazione della cedolare secca al 21%.

Codice identificativo
Come si accennava all’inizio, i proprietari di immobili destinati ad affitti brevi sono tenuti a pubblicare il codice identificativo nelle comunicazioni inerenti all’offerta e alla promozione.

Al momento l’obbligo è in capo a soggetti titolari delle strutture ricettive, soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare e i soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile, o porzioni, con chi dispone di unità immobiliari, o porzioni, da locare.

I primi commenti
«L’impianto del disegno di legge ci sembra un passo avanti, perché accoglie buona parte delle indicazioni e dei suggerimenti proposti da Assoturismo e dalle altre associazioni. Su Enit e affitti brevi, però, serve più coraggio: abbiamo bisogno di interventi più incisivi. Da mettere meglio a punto anche l’intervento sull’imposta di soggiorno». Questo il primo commento del presidente di Assoturismo Vittorio Messina delle bozze circolanti del DDL collegato sul Turismo.

«Sugli affitti brevi si può fare certamente meglio – ha dichiarato Messina – servono regole che contrastino il dilagare di irregolarità e che allo stesso tempo tutelino le imprese in regola dell’ospitalità diffusa. Per quanto riguarda l’Enit, invece, riteniamo ormai inevitabili misure mirate ad equilibrare meglio il rapporto con la parte privata. Anche la presenza di un rappresentante dell’Unione delle province italiane, dopo la soppressione delle stesse, appare superata. Inoltre, limitare l’istituzione dei quartieri degli artisti ai soli centri con più di 100mila abitanti ci sembra una strategia controproducente, perché escluderebbe troppe realtà significative».

Articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore

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